Lo hanno definito in tanti modi: “il martello che frantuma la cultura precedente”, “il nichilista” e “nazista prematuro” sono solo alcuni degli epiteti più utilizzati. Risulta complesso, tuttavia, trovare un’unica definizione di Friedrich Nietzsche, filosofo tedesco di Rocken, cittadina a 30 minuti da Leipzig.
Nietzsche nasce nel 1844, sotto l’impero di Prussia. In quegli anni la Sassonia non aveva moltissimo da offrire, per usare un eufemismo, e il giovane filosofo si trasferisce a studiare lettere presso l’Università di Lipsia. In questo contesto si forma con una lettura intensiva e un’attenzione quotidiana alla cultura, studiando Goethe, guardando i quadri di Caspar David Friedrich, approfondendo Aristotele, Platone, Socrate, ma anche ispirandosi a Kant, Hegel e Schopenhauer, tutti suoi connazionali. Nietzsche è un ragazzo sveglio, astuto, intelligente, ma i suoi conoscenti sospettano sin dal principio che non sia del tutto sano di mente, a causa delle uscite eccessive che diventeranno il tratto principale del suo nichilismo.
Ma per nichilismo che cosa intendiamo? Difficile dare una definizione a tutto tondo. A grandi linee indica il non credere in nulla, non avere ideologie. In realtà, Nietzsche non è nichilista in senso lato, semplicemente rifiuta le credenze tradizionali e le smonta “a colpi di martello”. La sua ideologia è “dionisiaca”.
Nel suo libro “Così parlò Zarathustra”, Nietzsche dipinge un quadro attualissimo e perfetto sul concetto dell’eterno ritorno dell’uguale. Zarathustra, l’oltre-uomo nietzschiano, insegna non solo la morte di Dio, non solo il superuomo, ma anche la sua dottrina più profonda. La tesi di Nietzsche è: “Tutto, ogni singolo evento torna a ripetersi in modo perfettamente uguale: ciò che è accaduto ora è già accaduto infinite volte e tornerà ad accadere altrettante.”
Vi è una concezione circolare del tempo secondo Nietzsche, importata dalla cultura greca, contro la cultura cristiana del tempo lineare. Inoltre, la sua filosofia si basa sulla morte di Dio. Per Nietzsche Dio non è mai esistito, è stato l’uomo stesso a crearlo e poi a ucciderlo. Tale teoria emerge neliscorso dell’“uomo folle” in “Così parlò Zarathustra”, che poi sarebbe Nietzsche stesso. Nietzsche, in questo modo, ha portato a termine il processo di secolarizzazione della società rappresentato dall’Illuminismo e il Positivismo e perpetrato anche da Marx.
Dio non è un’entità religiosa per Nietzsche, è “molto di più”, è la personificazione di tutti i valori religiosi, i principi. L’uomo folle lo annuncia in un mercato, circondato da uomini che lo turlupinano, identificati in Marx, Feuerbach, Comte, tutti atei che sostituiscono Dio (l’assoluto) con dei surrogati (il proletariato, la scienza, etc.). Loro stessi lo hanno ucciso, ed ora da chi va sostituito? Il superuomo. Ed è qui che il nazismo, un secolo dopo circa, ci marcerà sopra, aiutato anche dai concetti ambigui di quel folle di Friedrich Nietzsche, che ha però rivoluzionato la filosofia e il mondo intero.