L’anonimo street artist Banksy continua a “firmare” le strade delle città

Chi è il famosissimo street artist britannico? Sembra paradossale, ma nessuno lo sa, l’artista anonimo preferisce mantenere la propria identità segreta. 

Si pensa sia nato a Bristol, dove ha iniziato la sua vita d’artista e dove sono apparsi i suoi primi lavori. Chiunque veda le opere le riconosce facilmente e con altrettanta facilità le attribuisce a Banksy, i graffiti sono realizzati con gli stencil e rappresentano una critica alla società occidentale, l’artista tratta temi culturali, politici ed etici in modo molto satirico e tagliente.  

Banksy inoltre ritiene che l’arte debba essere accessibile a tutti, è totalmente contrario al mercato delle opere ed è proprio per questo motivo che i suoi lavori sono fruibili nelle città di tutto il mondo, sui muri, per le strade, sugli edifici, sui ponti, insomma l’artista offre una galleria d’arte a cielo aperto. 

Tra le opere più famose ricordiamo “Flower thrower” (lanciatore di fiori), realizzato a Gerusalemme agli inizi del 2000. Il murales rappresenta un manifestante a volto coperto mentre sta per lanciare un mazzo di fiori. A causa dell’anonimato, Banksy non può essere identificato come l’autore dell’opera e ne ha quindi perso il copywright, adesso il Lanciatore di fiori è un’opera di dominio pubblico. 

Banksy ha lasciato la sua firma anche in Italia, sia a Napoli sia a Venezia. A Napoli possiamo ammirare “La madonna con la pistola”, l’altra opera si chiamava “Madonna con Coca Cola e patatine”, si chiamava perché è stata cancellata probabilmente da un altro street artist. Quest’opera era una forte critica al consumismo in quanto fu riprodotta la “Estasi della beata Ludovica Albertoni” di Bernini, in estasi appunto dopo essersi rifocillata con una Coca Cola, un panino e delle patatine di McDonald’s. Mentre a Venezia Banksy ha realizzato il “bambino di Venezia” con un giubbotto salvagente e un razzo segnaletico, forse una chiara presa di posizione per quanto riguarda l’immigrazione. 

Spostiamoci a Londra, qui possiamo apprezzare la “bambina con il palloncino”, famosissima opera che raffigura una bambina triste per aver perso, o forse per aver lasciato andare, il suo palloncino rosso, accanto si legge la frase “there is always hope” (c’è sempre speranza). Nel 2018 Banksy stupisce tutti con una performance alla casa d’aste Sotheby’s, nel momento in cui la “bambina con il palloncino” fu aggiudicata per la cifra di un milione di sterline, l’opera iniziò ad autodistruggersi, come se una trita documenti la stesse tagliando a strisce. È stato lo stesso autore, sul proprio canale Instagram, ha mostrare il meccanismo inserito all’interno del quadro per sminuzzare l’opera che attualmente è per metà distrutta. 

Qualche mese fa, sui muri di Nottingham, è apparsa la bambina che fa l’hula hoop con una ruota di bicicletta, proprio affianco ad una bici abbandonata e senza la ruota posteriore. C’entra qualcosa Banksy? È stato l’artista stesso a rivendicare l’opera tramite Instagram. Giusto, l’artista inglese dichiara la “paternità” della sua arte utilizzando i canali social. 

Ottobre, New York, Banksy: combo perfetta per assistere a “Better out than in” (meglio fuori che dentro); lo scorso mese nella Grande Mela l’artista ha realizzato, giorno dopo giorno, opere nuove accompagnate da un numero di telefono che ha fatto da audio guida per le realizzazioni apparse in giro per la città.  

Probabilmente non sapremo mai l’identità del famosissimo Banksy, ma sicuramente continuerà a stupirci con la sua vena artistica. Tutti aspettando con grande trepidazione il prossimo capolavoro. 

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