Il “green steel” come modo di intendere oggi la produzione siderurgica e guardare le prospettive future con grande attenzione alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica. È Gianpietro Benedetti, Presidente di Gruppo Danieli, a delineare il percorso compiuto dalla società di Buttrio, leader a livello internazionale nel settore dell’acciaio, in occasione di un’intervista pubblicata il 12 aprile su “Affari & Finanza”, inserto de “La Repubblica”.
“In piena umiltà, dico che siamo gli unici a interpretare la nuova generazione di acciaieria che declina il concetto green steel. Siamo fiduciosi, la prospettiva è buona anzi challenging”: così il Presidente nel descrivere l’approccio adottato verso la grande sfida della sostenibilità ambientale. Un tema che vede il colosso siderurgico fortemente impegnato nella produzione di acciaio “verde”, con significativi investimenti finalizzati a ottimizzare le necessità energetiche e ridurre le emissioni di CO2.
“Negli anni Ottanta l’azienda friulana era a malapena tra i primi venti impiantisti siderurgici mondiali”, racconta Gianpietro Benedetti, “oggi resta in campo da sola con la tedesca Sms e la giapponese Pmt Technologies”. E di strada Gruppo Danieli ne ha percorsa davvero tanta, considerando il grande peso detenuto oggi nel comparto siderurgico internazionale, con commesse e progetti di rilevanza in tutto il mondo. Un tragitto che, aggiunge il Presidente, ha sempre messo al centro grande attenzione verso l’innovazione tecnologica e continui investimenti in ricerca e sviluppo, a cui si abbinano le sfide per la sostenibilità ambientale. “Stiamo affermando le nostre tecnologie”, spiega nell’intervista, “esito di idee e di sperimentazioni al centro ricerche e messe a punto che arrivano sul mercato dopo 5-10 anni”.
Queste stesse tecnologie vedono nelle mini acciaierie “Mida Hybrid” un modello da seguire per il comparto siderurgico in chiave “economia circolare”: “Il concetto di acciaieria green parte dall’utilizzo di rottame ferroso”, prosegue, “solo in Europa 100 milioni di tonnellate l’anno. Dal forno elettrico di ultima generazione esce una colata continua con velocità di produzione tre volte la tradizionale, che va direttamente al laminatoio”. Tale tecnologia “digital melter” consente l’eliminazione del trasformatore e l’utilizzo di “linee elettriche non potenti, anche con pannelli solari o una piccola centrale a gas (e in prospettiva a idrogeno)”. Oggi la società presieduta da Gianpietro Benedetti ha le tre maggiori fabbriche in India, Cina e Thailandia, ma la presenza internazionale è affermata anche in Paesi quali Russia, Germania, Usa, Brasile e Svezia. La crescita ha permesso inoltre numerose acquisizioni: le svedesi Morgan e Sund, l’olandese Corus, la statunitense Weand United, l’inglese Recycling, la genovese Tele Robot e la torinese Fata Hunter.
E sottolineando come la controllata Abs punti a ulteriori acquisizioni nel settore europeo degli acciai speciali, Gianpietro Benedetti ricorda inoltre i progetti di Gruppo Danieli per la riconversione dell’Ilva: “Da 6 anni presentiamo progetti per la riconversione di Taranto”, conclude, “adesso siamo in campo con Leonardo e Saipem, con investimenti per 6 miliardi. Con l’idrogeno di Saipem arriveremo a zero emissioni a fine revamping, con la nostra tecnologia avremo tre step, uno ogni 2-3 anni, e già dal primo con il forno elettrico ridurremo il 30-40% delle emissioni. Avremo metà della CO2 di uno stabilimento simile in Austria, a Linz, dove nessuno pensa di chiudere l’impianto ma di migliorarlo ogni anno”.
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https://rep.repubblica.it/pwa/affari-e-finanza/2021/04/12/news/danieli_cresce_negli_acciai_speciali_e_rilancia_il_suo_piano_sull_ilva-295555613/?ref=twhe