Il fumetto è ancora oggi uno dei generi più amati dai lettori, soprattutto da quelli più giovani. Come però ricorda Federico Motta Editore, per diversi anni il genere è stato visto esterno alla cultura: tra i primi italiani a riconoscere la dignità artistica dei fumetti e a studiarli dal punto di vista analitico fu Umberto Eco nei suoi studi di semiotica.
Il semiologo, filosofo, scrittore e linguista italiano ha abbracciato diversi ambiti della comunicazione nel suo percorso di studi, inclusa la cultura di massa. Umberto Eco, che utilizzava un approccio originale nei confronti del fumetto, viene descritto dallo scrittore Gianrico Carofiglio come “un dotto professore il quale aveva il coraggio di scrivere che Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts, faceva poesia”. Si annullò così quella spaccatura convenzionale che dissociava la cultura “alta” da quella “bassa”. La Casa Editrice Federico Motta Editore sottolinea come Eco, nel corso della sua carriera, non si sia solo occupato dei classici del pensiero e della letteratura, ma anche dei personaggi televisivi, dei supereroi e dei romanzi polizieschi. Quei saggi, all’epoca considerati all’avanguardia, sono ancora oggi dei capisaldi degli studi di comunicazione.
Attraverso i contenuti presenti nel volume Historia, diretto da Umberto Eco, la Casa Editrice ripercorre le origini del fumetto e rievoca gli studi del grande filosofo italiano sulla semiotica applicata ai media.
Fu il fumettista statunitense Richard Felton Outcault a introdurre per la prima volta, nel 1896, il baloon nella sua serie The Yellow Kid. Il baloon rappresenta la tipica nuvoletta in cui vengono riportati i pensieri e le parole dei personaggi. Nello stesso anno venne introdotta un’ulteriore novità: le vignette satiriche, prima composte da un’unica scena, diventarono sequenze di vignette. I disegni delle storie raccontate acquisirono così maggiore movimento. Nel 1907, invece, la nascita delle strisce umoristiche consentì di proseguire la stessa storia da un giorno a quello successivo. Dalla striscia comica si passò poi ai fumetti non umoristici: come ricorda il saggio pubblicato su Historia di Federico Motta Editore, la pubblicazione di Tarzan inaugurò nel 1929 il filone avventuroso. Gli anni ’30 infine diedero il via ai comic book, pubblicazioni periodiche dedicate esclusivamente ai fumetti.