“Anche il settore culturale deve imparare a convivere con un mondo sempre più digitalizzato. L’importante è fare attenzione a non prendere scorciatoie e affidarsi troppo alla ‘téchne'”. A parlare è il Coordinatore della Commissione Arte e Cultura di Fondazione Cariplo, Andrea Mascetti, intervenuto come relatore al panel “Digital Heritage” che si è tenuto lo scorso 19 aprile presso la Fondazione Cini, a Venezia. Il convegno nasce in occasione della seconda edizione di Homo Faber Event, la kermesse dedicata all’arte dell’artigianato che si concluderà il 1° maggio. Al centro del panel, coordinato dal Direttore Scientifico di Valore Italia Angelo Crespi, le sfide della “rivoluzione digitale” e il suo utilizzo come risorsa per lo sviluppo di ricerca, conservazione e fruizione del patrimonio culturale. “Fondazione Cariplo da molti anni si occupa di finanziare interventi di conservazione preventiva e programmatica – ha ricordato Andrea Mascetti sul palco – fin dall’inizio c’è stato un interessamento sulle modalità di raccolta dei dati, in modo da poter intervenire preventivamente e non nel momento in cui il problema viene a galla. Il tema della tecnologia diventa dunque sempre più fondamentale. Faremo partire il bando SOS Patrimonio per interventi che riguarderanno proprio questa materia”. Dopo due anni di pandemia e conseguente crisi del settore, il digitale può quindi rappresentare un’ancora di salvezza: “In questi due anni abbiamo dovuto fare una serie interventi per sostenere la cultura di fronte a quello che sembrava un vero e proprio tsunami. Abbiamo messo a disposizione milioni di euro per salvare le associazioni culturali. Il tema della fruizione dei servizi ha rappresentato uno dei cardini centrali e centinaia i progetti presentati con idee che sfruttavano il digitale in maniera innovativa”. Per Andrea Mascetti è importante tuttavia non dimenticare che la digitalizzazione è uno strumento, e che non può andare a sostituirsi alla lettura e al ragionamento critico: “L’Italia è il Paese che legge meno in Europa, e non solo, ma anche il Paese in cui il numero dei non lettori aumenta proporzionalmente ogni anno. Oggi quando ci manca qualcosa, la troviamo su internet. Un fenomeno che avrà un effetto antropologico incredibile, perché la memoria è sempre meno allenata. Il rischio – conclude – è che questa grande massa di dati che oggi abbiamo a disposizione resti un esercizio fine a se stesso”.
Per visualizzare il video dell’intervento:
https://www.youtube.com/watch?v=bvrzaCc-fzo