Giampiero Catone: su “La Discussione” l’editoriale sulla crisi del sistema sanitario  

Giampiero Catone

Dai test fino all’assunzione del neo medico va in scena la disfatta della sanità pubblica”: così scrive Giampiero Catone, Direttore del quotidiano “La Discussione”, in un recente editoriale dedicato alla drammatica situazione del sistema sanitario italiano, tra penuria di professionisti, tempi di attesa dilatati e conseguenti sofferenze per i pazienti. Basti pensare, come riporta il professionista, al milione e mezzo di persone che si ritrovano prive anche di un medico di base.

Le fondamenta della crisi sono costituite da diversi elementi, tra cui spiccano i fallaci test di ammissione alle facoltà di medicina, colpevoli del vuoto di professionisti in cui si trova il Paese. Un vuoto ancor più evidenziato dall’emergenza sanitaria scoppiata in seguito al dilagare della pandemia da Covid-19.

L’Università continua a procedere con calma disinteressata verso il precipizio in cui la sanità pubblica è caduta”, scrive Giampiero Catone. “Sarebbe bello e razionale che la selezione degli aspiranti medici avvenisse con gli esami veri, durante il percorso di studio e di formazione che sono la garanzia della preparazione dei medici. Invece blocchiamo tutto prima. Il numero chiuso con il bilancino filtra l’accesso alle Università, poi iniziano gli impegnativi anni di studi per approdare ad un lungo precariato fatto anche di guardie mediche pesanti sotto il profilo professionale e scarsamente remunerate”.

Per chi ha bisogno di cure, si apre quindi un “percorso demenziale”, come definito dal professionista, tra pronto soccorso, liste di attesa, rinvio di interventi.

I test di ingresso a medicina cambiano di anno in anno, ora si punta a domande più disciplinari e meno legate alla logica e alla cultura generale. Il rischio, se si continua così, è di ritrovarsi con medici laureati in Paesi stranieri, professionisti che probabilmente scarsamente conoscono la lingua italiana.

La sanità è uno dei settori più in crisi d’Italia: “Molte le cause, tra queste la gestione affidata alla Regioni che hanno finito di rendere disfunzionale un settore che non trova più accordi efficienti tra direttive e indicazioni nazionali e la loro applicazione nei territori. Poi la grande crisi dei medici e personale ha finito di accelerare la disfatta”. Che fare quindi per migliorare le cose? Le Associazioni professionali auspicano l’assunzione di tutto il precariato che si è venuto a creare durante la pandemia, l’Anaao-Assomed spinge per allargare le assunzioni nel Sistema Nazionale a medici specializzandi a partire dal terzo anno. Ci sono inoltre i fondi del PNRR, da far fruttare con attenzione e coscienziosità.

Per maggiori informazioni:

https://ladiscussione.com/176014/sanita/ospedali-e-pronto-soccorso-senza-medici-medicina-a-numero-chiuso-per-gli-studenti/

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