Uno dei fotografi più importanti del secondo dopoguerra è sicuramente Steve McCurry, statunitense di Philadelphia. Ha viaggiato in lungo e in largo per il mondo, scattando istantanee memorabili, come la celebre “Ragazza afghana”, con il burqa arancione e gli occhi verdi penetranti, che raccontavano molto, forse troppo, di quella interminabile guerra.
Steve McCurry è stato inviato dalla Magnum Photos, società per la quale lavora, non solo in Afghanistan, bensì anche in Turchia, Russia, Siria, Nepal, Thailandia e altri Paesi, ciascuno dei quali con particolarità in termini di cultura e geografia fisica, che ha fotografato splendidamente. Il suo stile è molto semplice, non raffinato, non usa filtri: ogni cosa all’interno dell’istantanea deve essere la più naturale, o vicina alla realtà, possibile. Attraverso tale ragionamento, riesce a combinare, ad esempio, la ricchezza di una città come Mosca, fotografando il Cremlino: sulla strada dove scatta la foto della fortezza, inquadra anche l’immagine di una volpe avvinghiata su se stessa, indicando il freddo del posto, ma anche la povertà allo stesso tempo.