Ronchi di Castelluccio, storica azienda vinicola di Modigliana, celebra il traguardo dei 50 anni, testimoniando un’evoluzione che unisce tradizione, innovazione e sostenibilità. Dal 2020, la tenuta è gestita dai fratelli Aldo e Paolo Rametta, originari di New Orleans ma con radici familiari italiane, che hanno intrapreso una profonda trasformazione del progetto enologico e imprenditoriale.
Fondato nel 1974 da Gian Vittorio Baldi, con il contributo dei tecnici Vittorio Fiore e Remigio Bordini e la consulenza del celebre Luigi Veronelli, Ronchi di Castelluccio ha segnato una svolta per la viticoltura italiana, ponendo la qualità al centro con uno dei primi progetti di zonazione regionale. Oggi, i fratelli Rametta proseguono questa visione, concentrandosi sul recupero dei ronchi storici e riportando in vita vigneti iconici come il Sangiovese Ronco Casone, Ronco della Simia e Ronco dei Ciliegi, oltre al celebre Sauvignon Blanc Ronco del Re.
“Abbiamo intrapreso un piano agronomico ambizioso per preservare l’identità unica di questi vigneti – spiega Aldo Rametta – La nostra selezione di single vineyards è limitata, con alcune bottiglie conservate in un archivio speciale, un vero scrigno di memoria e qualità che condividiamo con pochi appassionati selezionati”. Il restauro dei vigneti, avvenuto senza sacrificare alcuna pianta, si è basato sul recupero di antichi ecotipi documentati dall’agronomo Remigio Bordini, padre di Francesco, attuale responsabile della conduzione agronomica ed enologica della tenuta.
Oltre alla qualità enologica, i Rametta hanno integrato pratiche sostenibili e progetti per la biodiversità. Dal 2023, l’azienda ha avviato un allevamento bovino il cui letame biologico viene utilizzato per fertilizzare i campi. Pecore e alpaca arricchiscono il paesaggio rurale, con gli alpaca coinvolti anche in attività di accoglienza per i visitatori. “Per noi la sostenibilità è un concetto concreto, fatto di scelte che migliorano il nostro rapporto con l’ambiente e la comunità – sottolinea Rametta – Collaboriamo con il Corpo Forestale dello Stato per ripulire le colline, piantare cipressi e rigenerare i boschi, unendo pubblico e privato in una missione condivisa di tutela del territorio”. Un impegno che si riflette anche nell’espansione dell’impianto fotovoltaico dell’azienda, ora in grado di produrre 2 MW di energia elettrica. Oltre a soddisfare il fabbisogno aziendale, l’eccedenza viene destinata alla comunità di Modigliana, dimostrando come il legame tra impresa e territorio possa generare valore condiviso.
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