Economy

Nuove tensioni USA-Cina e incertezze sui vaccini

Le Borse europee migliorano dopo l’avvio debole sull’onda di indicazioni ancora contrastanti in merito ai tempi di uscita dalla pandemia. Ieri a raffreddare gli entusiasmi degli ultimi giorni è arrivato l’annuncio di Pfizer, la prima ad avere completato con successo la sperimentazione del vaccino anti-Covid, che ha comunicato di essere in grado di consegnare quest’anno soltanto la metà delle dosi inizialmente programmate. I mercati restano poi in attesa di alcuni dati macroeconomici, in particolare quelli sul mercato del lavoro USA, in arrivo questo pomeriggio.

In Europa, tutte le principali Piazze finanziarie si portano in positivo, seppure con variazioni modeste: a Londra l’indice Ftse sale dello 0,68%, Parigi avanza dello 0,27% e Milano guadagna lo 0,56%. In calo invece Francoforte, che scende dello 0,06%

Poco movimentati gli scambi asiatici, su cui si fanno comunque sentire le nuove tensioni sull’asse USA-Cina, con il Congresso americano che ieri ha approvato regole più stringenti per la quotazione di imprese cinesi a Wall Street. A pesare è poi soprattutto la decisione del Pentagono di inserire altre 4 società cinesi nella propria black-list, accusate di spionaggio industriale. Si tratta di SMIC- Semiconductor Manufacturing International Corp, China National Offshore Oil Corp, China Construction Technology Co. Ltd e China International Engineering Consulting Corp. Una mossa che porterà le aziende ad avere un accesso limitato a prodotti specifici fabbricati negli Stati Uniti. Hong Kong in chiusura guadagna lo 0,31%, in linea con Shenzhen (+0,4%) e Shanghai (+0,01%). Debole invece Tokyo che ha chiuso gli scambi a -0,22%.

L’euro si mantiene sui massimi da due anni e mezzo a questa parte, dopo il picco registrato ieri. La moneta unica passa di mano a 1,2153 dollari ed è in rialzo anche rispetto allo yen a 126,15. Stabile lo spread: il differenziale Btp/Bund si posiziona a 116 punti con il rendimento del titolo decennale italiano allo 0,6% Quotazioni del petrolio in rialzo all’indomani dell’intesa raggiunta tra i Paesi Opec+, con la produzione che da gennaio dovrebbe salire di 500 mila barili al giorno, riducendo così la portata dei tagli a 7,2 milioni di barili al giorno dai 7,7 attuali. Il West Texas Intermediate sale dell’1,8 per cento a 46,44 dollari al barile. Stesso guadagno per il Brent del Mare del Nord (+1,8 per cento), che si avvicina alla soglia dei 50 dollari a 49,59 al barile

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