FME Education: la cultura come leva per la ripartenza del Paese

FME Education

Con 58 siti iscritti, di cui 53 di tipo culturale, l’Italia continua a mantenere intatto il primato internazionale come Paese con il maggior numero di siti considerati patrimonio dell’umanità. Anche gli ultimi dati dell’ISTAT sulla presenza di musei e istituti similari confermano la straordinaria estensione del patrimonio storico-culturale della Penisola: nel 2019 erano infatti ben 4.880 quelli presenti su tutto il territorio nazionale, con una diffusione talmente capillare che in circa un Comune su tre è possibile trovare almeno un monumento, un museo o un’area archeologica. A questi si aggiungono poi 6mila siti archeologici, 85mila chiese soggette a tutela e 40mila dimore censite. Un ecosistema duramente colpito dagli effetti della pandemia: con il turismo, quello della cultura appare infatti tra i settori che maggiormente hanno risentito della crisi sanitaria. Non sorprende dunque che una parte consistente del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sia dedicata al settore culturale, con investimenti per un totale di 6,675 miliardi di euro. Un’impostazione ampiamente condivisa da FME Education, Casa Editrice da sempre consapevole del ruolo strategico ricoperto in Italia dalla cultura e dai servizi annessi, e che oggi più che mai può rappresentare una leva per il rilancio economico e sociale del Paese. Passaggio obbligatorio per il settore sarà la transizione digitale. Non a caso nel PNRR si parla di “Turismo e Cultura 4.0”: l’obiettivo degli investimenti è digitalizzare l’immenso patrimonio culturale italiano, aumentandone il livello di attrattività, fruibilità e accessibilità sfruttando le più moderne tecnologie in un’ottica generale di sostenibilità ambientale. Grande attenzione anche alla valorizzazione dei piccoli borghi, che riceveranno oltre un miliardo di euro, e alla messa in sicurezza dei luoghi di culto. Con le risorse messe in campo dall’Europa il Paese ha tutte le carte in regola per uscire dalla crisi economica puntando sulla ricchezza materiale e immateriale connessa all’ecosistema culturale. E non solo. Valorizzare l’arte e le attività culturali, spiega FME Education, significa anche contribuire allo sviluppo e al miglioramento della società, con benefici a cascata per salute, benessere, lavoro e coesione sociale.

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