Isaac Newton, Galileo Galilei, Christiaan Huygens, Pierre de Fermat, Blaise Pascal e Giovanni Keplero sono alcuni dei personaggi di rilievo che hanno fatto del Seicento il secolo della rivoluzione scientifica.
Le leggi sul calcolo delle probabilità, l’analisi infinitesimale di Leibniz e Newton e la geometria analitica nata con Cartesio nel 1637 fanno parte delle grandi scoperte che hanno caratterizzato il Seicento. Ed è proprio dedicato a questo periodo storico uno dei volumi dell’opera Historia di Federico Motta Editore in cui Paolo Conte, professore presso il Politecnico di Milano, ha pubblicato il saggio Matematica e geometria. Il trattato offre un’analisi sulle origini del concetto del calcolo delle probabilità e sulla statistica, due discipline complementari nate grazie ai nobili dell’epoca e a uno dei loro passatempi preferiti: il gioco dei dadi.
Intorno al 1564, il nobile parigino e assiduo giocatore Antoine Gombaud Chevalier de Méré pose a Blaise Pascal alcuni quesiti sul gioco dei dadi, lo studioso ne rimase tanto incuriosito da confrontarsi con il connazionale e matematico Pierre de Fermat: il frutto delle loro ricerche diede vita a ciò che noi oggi chiamiamo la teoria del calcolo delle probabilità. Questo nuovo concetto ispirò la realizzazione del De ratiociniis in ludo aleae, dell’olandese Christiaan Huygens: il primo trattato focalizzato sulla teoria matematica della probabilità pubblicato nel 1657.
“La teoria della probabilità non è in fondo che buon senso ridotto a calcolo; essa permette di valutare con esattezza ciò che le menti illuminate sentono per una specie di istinto senza rendersene conto […] È notevole come tale scienza, che è cominciata con gli studi dei giochi d’azzardo, si sia elevata ai più importanti oggetti delle conoscenze umane”, scriveva Blaise Pascal.
Il saggio Matematica e geometria elaborato da Paolo Conte e pubblicato sul Seicento a cura di Federico Motta Editore ripercorre quindi le origini e i primi sviluppi dello studio matematico della probabilità.