La regina degli scacchi: la serie Netflix ambientata durante la Guerra Fredda

Poco dopo il suo debutto sulla piattaforma streaming è subito salita in cima alla classifica delle serie tv più viste. Una miniserie sugli scacchi ambientata tra gli anni ‘50 e ’60, così realistica che in molti si sono chiesti se la storia fosse reale. Merito anche di una minuziosa cura dello stile, della scenografia, dei costumi e dei dettagli della storia stessa. Basti pensare che le partite di scacchi viste non sono semplicemente ispirate a quelle reali, ma sono la riproduzione attenta di vere partite giocate in passato. Per queste sono stati infatti ingaggiati dei veri esperti in materia come Garry Kasparov, un campione degli scacchi, e Bruce Pandolfi, uno dei più importanti allenatori di scacchisti. 

È ispirata al romanzo del 1983 di Walter Tavis che porta lo stesso titolo della serie originale: The Queen’s Gambit, il nome di un’apertura scacchistica, ovvero il gambetto di donna. Anche se le vicende della protagonista Beth Harmon non si rifanno a un personaggio femminile realmente esistito, nella storia c’è molto di vero, a partire dal contesto storico che gli fa da sfondo.

Le avventure di Beth si svolgono nel periodo della Guerra Fredda. In quegli anni la tensione e il confronto tra Stati Uniti e Russia andavano al di là della sfera politica. Questi emergevano di fatto in ogni ambito della società, nella cultura e persino nello sport. Dapprima la mente sapiente dello scrittore Tavis, e poi quella degli ideatori Scott Frank e Allan Scott, ha permesso loro di riportarli perfettamente nel libro e quindi nella serie. Per non parlare del fatto che alcuni aspetti della vita privata di Beth si ispirano alla biografia dell’autore, come la passione per gli scacchi e la dipendenza da farmaci. Ma non finisce qui.

Mentre infatti per alcuni versi il personaggio si ispira allo scrittore, la Beth giocatrice è la versione femminile del campione Bobby Fischer. Quest’ultimo raggiunse l’apice della sua carriera proprio nell’arco di tempo raccontato nella serie, ovvero tra il 1958 e il 1968. Hanno uno stile di gioco molto simile e sono entrambi molto aggressivi nelle loro partite. E come Fischer dovette scontrarsi contro il russo Boris Spassky nel 1972 per ottenere il titolo di campione del mondo, così Beth dovrà confrontarsi con un grande maestro russo nella partita finale.

Passiamo a qualche accenno sulla trama.

Beth, in seguito al suicidio della madre, viene spedita in un orfanotrofio. Ed è proprio qui che scopre il suo amore per gli scacchi, grazie alle lezioni di un inserviente che vede in lei del forte potenziale. La passione per il gioco si trasforma presto in un’ossessione, a causa anche degli psicofarmaci che le somministrano nell’istituto. Crescendo, torneo dopo torneo, diventa sempre più brava, riuscendosi ad imporre in un mondo prettamente maschile. Nonostante il crescente successo, dovrà però continuare a fare i conti con i suoi demoni.

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