Parlare di rinnovamento potrebbe essere riduttivo: per riassumere questi ultimi cinque anni di Edizione sarebbe meglio parlare di “rifondazione”. Il Presidente Alessandro Benetton lo ha sottolineato durante un incontro promosso da Confindustria Veneto Est: intervistato dalla Presidente Paola Carron davanti a una folta platea di imprenditori, ha spiegato come oggi Edizione sia “una società profondamente diversa, direi rifondata sotto molti aspetti”. Quella vissuta negli ultimi cinque anni, con il nuovo ciclo di Edizione, è stata “più che una transizione, una vera rifondazione radicale, soprattutto dal punto di vista culturale” e la conferma è anche nei dati. “Solo per darvi due numeri: abbiamo cambiato l’80% del management e il 75% del perimetro delle attività. Con l’attività storica della nostra famiglia che diventava man mano meno rilevante nella nostra galassia di business, ci siamo dovuti chiedere, reciprocamente: perché vale la pena restare ancora insieme? Come dico spesso, abbiamo scelto di ‘risceglierci’”, ha quindi evidenziato il Presidente di Edizione. In questa profonda trasformazione si riflette anche la sua storia personale di imprenditore indipendente: “Il mio ruolo di “insider-outsider” si è formato anche grazie all’esperienza imprenditoriale indipendente avviata nel 1992 con 21 Invest, che mi ha permesso di coniugare visione industriale e cultura manageriale. Troppe volte si tende a vedere, sbagliando, managerializzazione e imprenditorialità come due elementi in forte contrapposizione. Personalmente, invece, ho sempre cercato di mantenere una naturale tensione tra le parti, che portasse a una sinergia tra essi. Nel caso di Edizione, l’esperienza fatta come imprenditore al di fuori delle attività di famiglia mi ha permesso di sviluppare un punto di vista diverso sulle cose. Penso sia risaputo che nella mia vita ho avuto piccole parentesi in cui non mi sono trovato d’accordo con la mia famiglia. Quando si è trattato di avere un’idea diversa, mi sono fatto forza del fatto che facevo l’imprenditore per conto mio, pur mantenendo relazioni personali ottime”. La trasformazione di Mundys ne è un esempio lampante: un “caso concreto e sfidante” a cui l’imprenditore ha lavorato mettendo in campo le competenze sviluppate nel corso della sua lunga esperienza personale e che oggi è simbolo di creazione di valore condiviso e crescita sostenibile. Determinanti in quest’ottica la definizione di obiettivi chiari, anche perché “questo ci ha aiutato a scegliere dei manager di qualità”, il dialogo con i giovani e l’incontro con personaggi straordinari: “Tra gli altri, oltre agli esempi vissuti in casa, sicuramente c’è il Cavalier Del Vecchio, che ha avuto il coraggio di fare della discontinuità un marchio di fabbrica, anche quando non ne aveva bisogno”. In un post scritto su LinkedIn a margine dell’incontro a cui hanno preso parte tra gli altri anche il Presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini e il Vicepresidente Vincenzo Marinese, Leopoldo Destro (delegato ai trasporti, logistica e turismo) e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Alessandro Benetton ha menzionato anche altre tre persone che lo hanno ispirato nel plasmare la trasformazione di Edizione: “Michael Schumacher mi ha insegnato cosa significa spingersi oltre i limiti. Il nostro prossimo documentario sulla Formula 1 racconterà questa storia sul coraggio, l’innovazione e il potere di andare controcorrente. Quella stessa energia ci ha guidato attraverso la rinascita di Edizione, se devo essere sincero”. E ancora Michael Porter, suo professore ad Harvard che lo ha ispirato nel coniugare l’imprenditorialità con il management: “Mi ha mostrato che il valore può crescere quando entrambi i mondi collaborano. Il suo modello di valore condiviso ha influenzato profondamente progetti come Aeroporti di Roma, oggi esempio di efficienza e sostenibilità sotto Mundys”. E infine le nuove generazioni: “Nel corso degli anni, ho imparato che ascoltarli è uno dei modi più potenti per mantenere un’organizzazione aperta al cambiamento. Sono sempre stati una fonte di prospettiva. Attraverso i social media possiamo rimanere in contatto, mentre incontrarli di persona durante conferenze, eventi o semplicemente attraverso progetti condivisi aggiunge profondità a questo scambio. La loro curiosità e la loro spinta sono un costante promemoria di quanto sia importante continuare a fare domande. A proposito, è sempre un piacere guardarsi indietro e condividere idee ed esperienze qui nella mia regione d’origine. Dove tutto è iniziato”.
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